ARIA DI CADIZ Una leggenda dice che quando soffia la tramontana, tutti i matti di Cadiz si riversano per le strade. Ieri mentre me ne stavo, come spesso uso fare in questi giorni, a intrattenere cantando e suonando la mia chitarra, i clienti seduti al tavolo di un ristorante, la mia attenzione viene indirizzata a un ragazzo credo mio coetaneo con una strana postura da bibliotecario per quell`ora e in quel luogo. A quell’ ora, cioe`le dieci undici della sera, i ristoranti le taverne le piazze le vie, pullulano di gente che ridacchia parla ad alta voce, insomma si trastulla in vari modi. Perfino i barboni sembrano godersela. Uno per esempio mi ricordo, mentre si fumava un sigaro, seduto sopra una borsa con tutte le sue proprieta’, se la godeva a discutere con uno tutto inponatato che sarebbe potuto essere anche un direttore di banca. E poi le donne!, Ah che via vai impossibile per uno che ha gia’ il cuore impegnato. Si viene tentati da tutte le parti. Una ti sorride con malizia, quell’ altra annuisce, questa ti fissa e quella scherza e non la finisce con la sua gonna corta, vai in spiaggia a cercare un po’ di requie e sono piu’ le ragazze in toplex che le altre.
Dormi in ostello e, nella camerata mista, la bionda tettona ti si spoglia davanti per mettersi il pigiama e ti dice anche : BUONA NOTTE!. Insomma, una vera tortura!. E poi in questa citta’ senbra che si viva come in un villaggio preistorico. La gente sembra non aver timore di rivolgerti la parola anche se non ti conosce. Mi e`capitato per esempio che mentre cantavo e suonavo, un vecchio cosi’ esperto di quest’ arte cosi’ popolarmente diffusa in questo posto, che e’ il flamenco, mi si e`avvicinato dandomi dei consigli, e devo dire molto utili, e con un’ umilta’ gentilezza e professionalita’ da sorprendere il miglior proprofessore di un conservatorio superiore di alta altissima formazione musicale del piano superiore a quello in cui abita San Pietro. Allora, dicevo, fra un’ esibizione e l’ altra, mentre mi spostavo con la mia chitarra in mano, improvvisamente mi ritrovo fissato e interpellato da questo ragazzo, come dicevo prima, dalla postura a dir poco raccapricciante. Alto credo uno e novanta o poco piu’, magro, ma con un cranio grande piu’ del normale e contornato da una fitta serie di ricci cadenti che terminavano appena sopra le spalle. Con un libro da mille e piu’ pagine sotto il braccio destro, e con una posa rigida, quasi da custode di qualcosa di innominabile. Mi fa ( chiaramente in spagnolo):”Na tu sei di qua?”. E qui vidi per la prima volta quegli occhi enormi da matto che mi fissavano con un interesse spropositato. Io, un po’ sulle mie, un po’ divertito, gli faccio: ” no, sono italiano”. Allora mi lancia la prima imprecazione con formule e parole incomprensibili, fra cui il nome di Allah. Allora io, da ex studente di arabo, gli faccio: “parli arabo?” Ma lui continua con le sue formule che sembrano piu’ maledizioni che altro.
Allora gli chiedo: ” Na tu di dove sei?”. Mi fa, io sono armeno, ma tu io so che sei un ragazzo nobile, che hai cuore e umilta’ e sono sicuro che ti farai strada”. Queste parole mi incuriosiscono, e allora mi fa, sempre con quegli occhi sgranati da giorno dell’ apocalisse: tu bevi? fumi?. Gli rispondo: “prima si, adesso non piu'”. E lui, con un tono e un volume di voce da vera punizione, con gli occhi infuocati e puntandomi il dito:” Ah! per questo Gesu’ ti ha punito!”. Subito dopo pero’, dato che vede che mi sto allontanando, mi invita a battere, in segno di amicizia, il pugno contro il suo. Ma non perde tempo a tornare a usare quel tono da maledizione divina e mi fa: ” tu devi amare ed essere sempre e solo fedele alla tua donna perche’ solo cosi’ potrai uscirtene dalla miseria in cui ti trovi!. Non l’ ingannare mai, SI NO TE MATO ( se no ti uccido)!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!. E queste parole credo l’ abbiano udite tutti in quella piazza. Infatti, appena mi sono allontanato, due ragazze che camminavano in direzione opposta alla mia, venendomi incontro, mi guardavano, parlottavano e ridacchiavano.